Semplicità ed eleganza. Due parole essenziali per descrivere la classe e lo stile dell’arbitro benemerito Vittorio Benedetti, protagonista della Riunione Tecnica Obbligatoria di lunedì 19 maggio. Una serata indimenticabile e piena di emozioni, come se gli anni non fossero mai passati, e che ha visto anche la partecipazione del Presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, Marcello Nicchi, e del Componente del Comitato Nazionale, Umberto Carbonari. Vittorio Benedetti è stato a lungo arbitro e dirigente arbitrale. Romano, 74 anni, lasciò la carriera arbitrale nel 1984. Successivamente venne integrato nei quadri dirigenziali arbitrali: il 26 luglio 1988 venne nominato commissario della Can Dilettanti, il 28 luglio 1990 commissario della serie D, poi il 3 agosto 1982 designatore della serie C al posto di Luigi Agnolin. Benedetti mantenne questo incarico per un anno. Dopo aver lasciato il mondo arbitrale, nel 1997 è diventato dirigente addetto all’arbitro della Roma, ruolo che ha svolto per alcuni anni. “Una persona a parecchi di noi molto cara, un nome che dice tantissimo”, ha esordito il Presidente della Sezione di Roma 1 “Generoso Dattilo”, Roberto Bonardo, “Chi è stato arbitro come lui, rimane arbitro tutta la vita. Di Vittorio ricordo tutto: era uno degli istruttori del mio corso arbitri, nella sezione di via degli Astalli. Poi l’ho avuto alla Can D e poi come organo tecnico in serie C”.
“Ero all’A.I.A. per il consueto lavoro di routine e per preparare una riunione”, ha detto il Presidente Marcello Nicchi, “Mi era stato detto di questo incontro alla sezione di Roma 1. Non mi aspettavo di trovare Vittorio. Mi fa molto piacere incontrarlo e salutarlo insieme a voi. Ci troviamo qui mentre stiamo arrivando ad un finale di stagione molto positivo per tutti, soprattutto per gli arbitri di base, che rappresentano la parte più bella, perché sono loro ogni fine settimana a dirigere gli incontri spesso più difficili. Persone come Vittorio che, anche se hanno lasciato l’associazione, la maglia ce l’hanno ancora nel petto. I comportamenti del resto sono alla base di tutto. La storia non la scriviamo noi, ma il tempo. Pensate a quante persone che ci sono state e che continuano a voler bene alle nostre sezioni. Persone che hanno voglia di fare e di continuare a dare. Abbiamo visto le difficoltà che ci sono nel calcio. E abbiamo visto quello che è successo qualche settimana fa a Roma in occasione della finale di Coppa Italia. Alla fine chi ha risolto la gara è stato l’arbitro, Daniele Orsato, con la serenità di chi porta rispetto alle regole. Sapere che persone corrette esistono all’interno e fuori dall’A.I.A. è molto bello e penso che Roma 1 possa essere orgogliosa di un suo vecchio associato. Nell’A.I.A. non si invecchia mai. Ci sono persone che hanno ancora tanto da insegnare”.
Un’altra testimonianza in onore di Vittorio Benedetti è stata portata da Umberto Carbonari, membro del Comitato Nazionale dell’A.I.A. “Quarantotto ore fa il presidente Roberto Bonardo mi rendeva partecipe di questa serata”, ha esordito Benedetti, “Ho conosciuto Vittorio tantissimi anni fa quando dirigevo una gara che si svolgeva nel quartiere in cui abitava. Ad un certo punto mi sento bussare alla porta dello spogliatoio. Pensai subito ad un osservatore. Ed invece era Vittorio che quel giorno, non impegnato su altri campi, si era visto la mia partita dal balcone di casa sua. Si è presentato e mi disse di continuare ad impegnarmi. Un altro ricordo risale al 1988, quando venni nominato presidente della sezione di Viterbo. Organizziamo un raduno nella nostra regione e viene Vittorio Benedetti, allora responsabile della Can D. Tutti fecero a gara per stare seduti vicino a lui. A me toccò il posto più lontano. Però poi tutti vennero a riferirmi che Vittorio stava parlando con tutti bene di me e che, se lo avessi invitato, sarebbe venuto a parlare anche nella mia sezione. Questa sera ho ritrovato un amico importantissimo”.
Poi è arrivato il momento del protagonista della serata. Poche parole commosse. “E’ stata una serata piena di emozioni”, ha detto Vittorio Benedetti, “Ho sentito cose meravigliose. Ringrazio Marcello, Umberto e tutti quanti voi”. Poi l’abbraccio di tutta la sezione di Roma 1, con un lungo applauso ed una standing ovation degna di un grande protagonista dell’arbitraggio italiano. Tanti gli ospiti che gli hanno voluto tributare il loro affetto e la loro amicizia: il vice presidente del C.R.A. Lazio, Sergio Coppetelli, che ha portato il saluto del presidente Nazzareno Ceccarelli sottolineando la “semplicità ed eleganza” di Benedetti; l’arbitro benemerito Alessandro Cavanna, che è stato determinante nell’organizzazione della serata; Daniele Doveri (a.e. CAN/A), Alfonso Marrazzo (a.a. CAN/A), Federico La Penna (a.e. CAN/B), Maurizio Ciampi (a.e. CAN/B), Luca Palanca, e gli O.T. nazionali Carlo Pacifici e Massimo Cumbo. Antonio Ranalli