Un viaggio durato più di 90 minuti – Il viaggio comincia molto presto, quando un pomeriggio come tanti suona il telefono e scopri di essere l’arbitro designato per la finale di Juniores. Mille pensieri possono balenarti per la testa e le emozioni cominciano a coinvolgere tutto te stresso. Sei orgoglioso per l’obiettivo raggiunto e rendi orgogliosi tutti i tuoi più cari amici, di cui hai visto milioni di partite e che appena c’è un attimo di tempo ritrovi sulle tribune mentre fischi, con il solito impeto, il calcio d’inizio. Chiami immediatamente il tuo presidente, che non smette un secondo di darti consigli e che forse gioisce più di te dopo aver saputo la notizia. Prepari la gara con assoluta minuzia, curi e parli con i tuoi assistenti come il sapiente scultore rende perfette le proprie opere,fai l’ultimo allenamento per rendere ancora più sicure le tue gambe e più forte il tuo spirito, per spingerlo oltre il traguardo meritato.

Finalmente sei pronto per scendere in campo. Arriva il giorno della finale, già sai che gli occhi dei tifosi sono puntati sui 22 uomini in calzoncini corti, pronti a giocarsi il risultato. Poi ci sono gli altri 3, vestiti di nero, con il fischietto e le bandierine. Difficilmente qualcuno è andato allo stadio per loro eppure, senza di loro, nulla potrebbe avere inizio. Bhe, per dirla tutta, forse qualcuno a vedere, osservare, a sostenere quei 3, c’è di sicuro …anzi eravamo in tanti emozionati ma allo stesso tempo fieri di poter vantare tra i propri amici l’arbitro della finale. Ti godi il momento come sempre con la solita spensieratezza e dai inizio ai giochi. La partita è bella vibrante, accompagnata da una cornice di pubblico che ha davvero poco da invidiare alle categorie superiori, tanti sono i momenti in cui sei chiamato a decidere ma davvero minuscolo è l’istante in cui devi farlo ma decidi sempre bene e con grande credibilità. Dopo 90 minuti veramente intensi, poni fine alla gara, in campo si dà inizio ai festeggiamenti ma il petto di quel pubblico che ha popolato l’Anco Marzio per la terna si gonfia quando vinti e vincitori vengono a stringerti la mano e da tutti ti è riconosciuto il merito di aver diretto una grande gara con altrettanta maestria e competenza.

La sezione di Roma 1 è orgogliosa di aver assistito e accompagnato il viaggio del proprio condottiero che torna sicuramente come uno dei vincitori perché non bisogna mai dimenticarsi e ieri ne abbiamo avuto prova che “nulla è impossibile per colui che osa”. Giorgio Rinaldi