Chi di noi, in particolare tra i più giovani, non ha mai sognato di incontrare Pierluigi Collina, Arbitro Benemerito della Sezione di Viareggio, membro della Commissione Arbitrale Uefa, il miglior arbitro del mondo degli ultimi 25 anni, un idolo, un esempio da emulare, un modello da seguire? Mercoledì 9 febbraio 2011 per gli Associati di Roma1 questo sogno è diventato realtà!
Sala Riunioni stracolma a via Gregorio VII 124, per l’evento fortemente voluto dal nostro Presidente Roberto Bonardo, una promessa fatta da tempo ai propri Associati che assolutamente ha voluto mantenere. Presenti alla serata molti personaggi illustri, tra cui il Segretario dell’Aia Francesco Meloni, i Componenti del Comitato Nazionale Umberto Carbonari, Maurizio Gialluisi ed Erio Iori, il Commissario CAN 5 Massimo Cumbo e Danilo Filacchione dell’Ufficio Squadre Nazionali.
Dopo il saluto di benvenuto del Presidente Bonardo, il microfono è passato a Pierluigi Collina, che per più di due ore ha incantato la platea con regole ed insegnamenti, consigli e suggerimenti, esempi ed aneddoti, tanto che il tempo è sembrato volar via anche troppo velocemente.
Aiutandosi con delle ricche e dettagliate slides da lui accuratamente preparate, e con filmati di gare che lo riguardavano personalmente, all’inizio ha illustrato la figura dell’arbitro e la sua funzione, ed ha dato delle indicazioni su come preparare ed affrontare la gara e come porsi in campo: essere un buon arbitro è appunto “un sogno che può diventare realtà”. Un buon arbitro riesce a diventare tale in base al percorso che ha affrontato, alle esperienze che ha vissuto, a ciò che ha imparato non solo in campo come arbitro, ma soprattutto come uomo, in particolare all’inizio della carriera, nella fascia d’età compresa tra i 17 ed i 22 anni, fase in cui si forma la personalità di ognuno di noi. La caratteristica peculiare di un buon arbitro è il coraggio, una dote che consente di prendere decisioni importanti, di assumersi responsabilità, di gestire i momenti di difficoltà e di crisi durante una partita. L’arbitro deve conoscere bene se stesso, i propri punti di forza e le proprie debolezze, essere consapevole di non sapere già tutto, di avere dei limiti, di commettere degli errori, comprenderne il perché, correggersi, migliorarsi e tenersi sempre aggiornato, sia per sé che per tutte le persone per le quali è fonte di ispirazione e di stimolo ad andare avanti. “Il miglior regalo che gli si possa fare è uno specchio: difficilmente critico con se stesso, l’arbitro deve trovare l’umiltà di dire che non è arrivato al massimo e che può sempre migliorare”. Secondo Collina un arbitro deve essere preparato non solo sul regolamento, che deve conoscere e far rispettare, ma anche atleticamente: non ci si deve allenare in funzione dei test atletici, ma della partita, e lo yoyo test infatti è contemporaneamente un test ed un ottimo allenamento. Deve essere aperto ai cambiamenti ed alle novità, disposto a cambiare metodologie di lavoro: anche se le stesse hanno portato al successo in passato, non è detto che continuino a farlo in futuro. Deve saper prevedere quello che può succedere in campo, senza farsi cogliere di sorpresa, e saper leggere la partita e lo sviluppo del gioco, concentrandosi soprattutto sulla tattica del fuorigioco e sulle palle inattive. A volte in campo deve anche saper ragionare con “la pancia” e non con la testa, fidarsi delle proprie intuizioni e credere quindi in se stesso. Importantissimi sono, inoltre, la preparazione mentale, la capacità di isolarsi dall’esterno e di concentrarsi davanti al pubblico; il lavoro di squadra con la terna, soprattutto per quanto riguarda la credibilità delle decisioni, caricarsi, motivarsi e difendersi reciprocamente in caso di errori.
Nella parte conclusiva della riunione, Collina ha risposto alle numerosissime domande dei presenti in sala, soprattutto in riferimento alle tante ed uniche emozioni vissute durante le numerose gare di altissimo livello da lui dirette nel corso della sua strepitosa carriera, su tutte la Finale di Coppa del Mondo 2002 tra Germania e Brasile.
Una delle sue slides riportava questa citazione: “Una cosa è parlare di tori, un’altra è essere stati nell’arena” …E proprio quando senti parlare Pierluigi Collina, che dall’arena è uscito ogni volta vincitore, capisci veramente perché è stato il migliore di sempre.
Nella gallery alcuni scatti!
