Siamo giunti al termine della stagione, ed alle porte di una nuova “temporada”.
La Redazione ha dunque voluto portare a conoscenza di tutti gli associati l’impegno di tutto l’Organo Tecnico Sezionale, attraverso la voce del suo Responsabile, il Vice-Presidente Stefano Mattera.
-Stefano, anche questa stagione sportiva è giunta al termine. Qual è la tua impressione relativa a questa annata appena conclusasi?
E’ stata un’annata molto lunga, con numerose gare, nonostante ciò siamo riusciti a portarla a termine senza molte difficoltà, si sono messi in luce molti giovani, specialmente degli ultimi corsi, con ottime qualità e caratteristiche arbitrali. Anche quest’anno siamo riusciti a proporre per le categorie regionali un numero considerevole di giovani ragazzi che possono solamente far bene. Gli innesti dell’ultimo corso sono stati certamente positivi: giovani ragazzi che saranno la linfa per le stagioni che verranno. Non ci sono state problematiche di violenza – e questo certamente è un punto a nostro favore – ma in generale il livello medio dell’Organo Tecnico del calcio a 11 si è attestato su buoni livelli di valore tecnico. In questi livelli includo anche gli “anziani”, che si sono presentati con impegno ad ogni gara, ma che con grande responsabilità hanno lasciato spazio ai più giovani per concedere loro la chance di poter far esperienza.
– Il momento migliore ed il peggiore di tutta la stagione…
Non ci sono stati momenti particolarmente negativi o di difficoltà. La squadra dell’Organo Tecnico propone arbitri di buon livello, e sotto quell’aspetto non si può trovare nulla di negativo. Il gruppo degli Organi Tecnici è rodato, imposta il proprio lavoro al meglio con i ragazzi, sempre alla ricerca di novità e cambiamenti. Le riunioni tecniche sono state luogo di confronto positivo. Anche il numero delle gare ha consentito di far riposare i ragazzi, evitando le estenuanti “doppiette”.
I momenti migliori si sono registrati domenica dopo domenica, specie nella Terza Categoria e del Settore Giovanile regionale, dove i ragazzi sono riusciti a districarsi e a risolvere questioni e conflitti di natura sportiva, sapendosi sempre distinguere.
– Stefano, siamo alla tua ottava stagione da Organo Tecnico Sezionale, la settima da Vice Presidente. Anche riferendoci a quest’ultima appena conclusa, c’è una soddisfazione personale, anche piccola, che questo ruolo negli anni ti ha lasciato?
La mia personale soddisfazione è quella di alimentare la passione nei giovani arbitri, che di stagione in stagione vengono proposti alle categorie superiori. Quest’anno – forse – non abbiamo trovato il cosiddetto “campioncino”, ovvero qualcuno che si metta da subito in evidenza talmente tanto da essere considerato un “investimento” arbitrale a lungo termine. Però, come dico sempre ad inizio stagione, l’Organo Tecnico Sezionale è alla ricerca non solo del “campioncino”, ma anche di elevare il livello medio di tutti gli arbitri sezionali, soprattutto per dare un livello di crescita ottimale. Ciò vale anche per chi – causa l’età – non può aspirare ad arrivare ad alti livelli, ma che per l’impegno è stato giustamente ricompensato con il divertimento, che rimane sempre alla base di tutto.
– Magari il “campioncino” non arriverà subito, certamente qualcuno avrà il proprio exploit in seguito…
Sicuramente, ma in regione la selezione è tanta, ed i numeri li conosciamo tutti. Sta a ciascuno degli arbitri promettenti dimostrare sul campo le proprie qualità. Le variabili sono tante, e chi si costruisce gara dopo gara pur non avendo qualità eccellenti in evidenza sin dall’inizio, può dare grandissime soddisfazioni a se stesso e a chi l’ha “cresciuto”.
– Contrariamente a quanto hai detto finora, c’è qualcosa nel tuo lavoro da dirigente che ti ha lasciato l’amaro in bocca, quasi come un rimpianto?
Assolutamente no. Ho fatto un certo percorso come Componente CRA e Vice-Presidente CRA, per far ritorno a casa-base e con motivazioni forti. E se lo fai in questi termini, è certamente un successo. Mi trovo assolutamente bene a fare il talent scout nelle categorie inferiori. Proprio le motivazioni sono la linfa vitale per continuare a svolgere bene un compito che mi è sempre piaciuto portare a compimento. Tornare a casa (la sezione, ndr) dopo anni di carriera regionale è sempre un piacere, anche perché sei più libero e tranquillo di operare le scelte tecniche, e di sostenere i giovani ragazzi che entrano nell’Associazione.
La carriera sezionale, la cosiddetta “gavetta”, va fatta. E questo è un consiglio che rivolgo anche a qualche giovane dirigente che per la voglia di arrivare subito in alto non compie il percorso sezionale. Bisogna ricordarsi che l’arbitro comincia in sezione, ed in sezione comunque ritorna. E se si ritorna con piacere, il bagaglio di esperienza ha ancora più valore; al contrario, tutto ciò che si è fatto diventa effimero se non si trasmette alle generazioni future.
Certo, qualche arbitro che ho incontrato negli anni e che poteva dare tante soddisfazioni a se stesso e all’Organo Tecnico si è “perso per strada”. La vita ti mette davanti un bivio, ed una scelta da compiere, tra famiglia e studio ed altro. Le difficoltà sono tante, così come i sacrifici, e c’è chi riesce a sopportarli, chi invece no. Proprio per questo l’arbitraggio è propedeutico per la vita, il continuo decidere in campo ti allena a decidere per la vita.
– Che voto potresti dare a questa stagione?
Non lo dico per presunzione, ma è meraviglioso essere a capo di tutta questa grande organizzazione tecnica in questa sezione così grande. Abbiamo sempre fornito degli standard ottimali. Bisogna stare attenti però a non cadere nella normalità.
– Perfetto, però vogliamo i numeri!
Beh, allora credo di poter dare un 8 a questa stagione. Con ampi margini di miglioramento, sicuramente.
– Guardando alla prossima stagione, un obiettivo possibile…
Siamo al 30 giugno, e quindi dobbiamo aspettare la conferma della fiducia del nostro Presidente per l’eventuale incarico della prossima stagione. Credo non ci siano problemi, insomma. Non voglio andare oltre le sue decisioni. Si può fare sempre meglio, certo; la nostra è una squadra rodata, ma ha bisogno di persone che diano freschezza al gruppo. Sta anche a noi dirigenti di una certa esperienza decidere quando è il momento di lasciare spazio ad altri. Per quanto mi riguarda, questo momento non è certo arrivato.
Lavorare con i giovani e per i giovani è senza dubbio la cosa più bella che un dirigente arbitrale possa fare, per esempio, per approfondire meglio la conoscenza del regolamento, che forse quest’anno è stata un po’ la “nota dolente”.
Quest’anno abbiamo inserito Antonello Grispigni nell’organico, un giovane dirigente appena uscito da assistente CAN Pro. Una scoperta importante per il grande impegno, abnegazione e attenzione che ha rivolto a questa sua nuova avventura da dirigente.
E la ricerca di giovani dirigenti è sempre attiva; questa sezione ne ha prodotti tanti.
– In conclusione, un messaggio per i ragazzi che transiteranno al CRA, ed uno per coloro che la stagione prossima saranno protagonisti del raduno sezionale.
Ai 20 arbitri circa che passeranno all’Organo Tecnico Regionale dico che lì è tutto un altro discorso. Saranno un po’ meno coccolati rispetto alla sezione, lì però si vive il bello di mettersi a confronto con gli arbitri di tutta la regione. Dico loro di prepararsi bene atleticamente e lavorare di più sull’aspetto tecnico, con grande dedizione per ambire a categorie più alte. Se si affronta l’impegno in regione senza la consapevolezza di doversi sacrificare, tutto quanto si è prodotto negli anni perde valore. E non deve essere così. Sta a questi ragazzi darci dentro fino in fondo in un confronto sempre aperto.
Alle ragazze e ragazzi della Sezione dico che continueremo a prenderli per mano e portarli a una crescita ottimale. Consiglio loro di non scalpitare, di stare tranquilli e farsi consigliare dagli Organi Tecnici con il giusto equilibrio e la consapevolezza che la strada è lunga. Altrimenti si rischia che alla prima difficoltà non si riesca a reggere il confronto con la realtà. E noi – certamente – non vogliamo questo.
Ringrazio innanzitutto il mio Presidente, Roberto Bonardo, per la fiducia che da anni ripone nella mia persona e nel mio operato. Ma il mio lavoro sarebbe nullo se non ci fosse la squadra dei dirigenti sezionali e dei collaboratori che giorno dopo giorno fanno sì che questo lavoro produca i frutti migliori, con la passione che ci contraddistingue da sempre.
Nunzio Grasso