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”Vi vogliamo tosti, forti, determinati e consapevoli, ma altrettanto tranquilli e sereni. Credeteci, è il vostro momento di splendore nell’arbitraggio, che mi auguro coincida con quello nella vita. Divertiamoci, divertitevi e viviamo bene questa stagione che deve essere intensa nell’impegno e piena di risultati”. Con queste parole il responsabile della CAI, Vincenzo Fiorenza, ha chiuso il raduno annuale della Commissione Arbitri Interregionali. Un appuntamento che, in tre giorni, ha portato ha Sportilia ben 150 arbitri, oltre agli osservatori e ai responsabili della Commissione. Tutti pronti per iniziare ad arbitrare nei campionati di Eccellenza (al via già domenica 6 settembre) e Promozione previsti in tutte le regioni d’Italia. Del resto la CAI è il primo Organo Tecnico a livello “nazionale”, nel quale approdano gli arbitri e gli osservatori che provengono dalle varie realtà regionali.

Roma 1 si è presentata all’appuntamento con la sua squadra di arbitri ed osservatori. Al raduno, che si è aperto domenica 30 agosto, erano presenti gli arbitri, al secondo anno di CAI, Andrea Ancora e Matteo Mattera e i nuovi arrivati nella categoria Giovanni Greco e Mattia Ubaldi. LA CAI vanta tra i suoi collaboratori anche l’assistente di Roma 1 Vittorio Filabozzi e l’osservatore regionale Gaetano Rutigliano, entrambi premiati nel maggio scorso in occasione della kermesse di fine stagione della nostra Sezione.

Ad aprire il raduno, domenica 30 agosto, sono stati gli osservatori. Per Roma 1 erano presenti Gaetano Gargano, Giovanni Piccolo e Claudia Scalise. “Bisogna avere la forza”, ha detto Vincenzo Fiorenza agli oltre 120 presenti, “di insegnare ai giovani arbitri ed attuare una sorta di “restituzione dell’avuto”, di quanto cioè abbiamo ricevuto quando calcavamo i terreni di gioco da parte dei colleghi più anziani, che con i loro consigli ci hanno consentito di poterci divertire. È un compito abbastanza complesso, perché se è facile ricevere, è più difficile dare”.

Il presidente dell’AIA, Marcello Nicchi è stato invece il protagonista della seconda giornata del raduno, lunedì 31 agosto. Il presidente, nel corso del suo intervento, ha sottolineato il particolare momento che sta vivendo il Calcio italiano, all’interno del quale il movimento arbitrale si distingue sempre più per la linearità e la correttezza nei comportamenti dei propri associati. “Questo raduno”, ha affermato Marcello Nicchi, “è un momento di crescita nel vostro percorso; imparerete ad arbitrare adoperando sempre più la personalità e la fermezza. E l’AIA pretende come primo principio da osservare la correttezza e l’esemplarità nei comportamenti”. Nel pomeriggio i giovani direttori di gara hanno incontrato il responsabile Vincenzo Fiorenza, che nel suo discorso ha ricordato l’importanza dell’aspetto comportamentale definito come la “pietra filosofale dell’arbitraggio”, abbinato agli altri aspetti: all’atletico-tattico, ovvero l’impegno nella preparazione atletica con la frequenza dei poli d’allenamento e lo studio delle tattiche del gioco, con un costante esercizio di concentrazione e la conoscenza, attraverso lo studio, del Regolamento.

Martedì 1 settembre, giornata conclusiva del raduno, spazio alle prove di velocità e allo Yo-Yo test. Quindi di nuovo tutti in aula per conoscere dai componenti del Settore Tecnico, Vincenzo Meli e Renzo Masini, i contenuti della Circoalre n. 1. Quindi di nuovo in campo, ma in tribuna, per assistere a una lezione pratica sullo spostamento e sul posizionamento da adottare in alcune circostanze. In serata analisi dei filmati con episodi di condotta gravemente sleale e condotta violenta commentati dal responsabile Vincenzo Fiorenza e dai componenti Roberto Branciforte, Sauro Cerofolini, Nazzareno Ceccarelli, Paolo Consonni, Raffaele Giove, Maurizio Toscano e Renato Buda, mentre Luigi Stella ha parlato nello specifico degli osservatori, delle modalità del colloquio e delle supervisioni. Il responsabile Fiorenza ha salutato tutti con un paradosso: «Volate! Con i piedi per terra», che rende bene l’idea di ciò che devono fare gli arbitri, cioè credere in sé stessi mantenendo la giusta dose di umiltà. Antonio Ranalli