“Prima di una gara cercate di avere il maggior numero di informazioni possibili, senza però trasformarle in preconcetti”. Lo ha affermato l’arbitro internazionale Nicola Rizzoli, ospite della sezione di Roma 1. Alla vigilia della visita del presidente dell’A.I.A., Marcello Nicchi e del comitato nazionale dell’A.I.A. nelle zone colpite dal terremoto di Amatrice e Accumuli, per esprimere la solidarietà di tutti gli arbitri, Nicola Rizzoli ha voluto incontrare gli associati della sezione “Generoso Dattilo”. Ad accoglierlo c’era il pubblico delle grandi occasioni, stipato in ogni ordine di posto, nonostante la giornata di venerdì 10 marzo non fosse quella riservata alle consuete riunioni tecniche. La vicinanza delle gare di campionato non ha consentito di partecipare ad alcuni associati di vertice, come Daniele Doveri, collega di Rizzoli in CAN A (in quanto impegnato in Juventus – Milan), ma l’ “argenteria” di Roma 1 era ben rappresentata con l’assistente della CAN A Alfonso Marrazzo, l’arbitro CAN B Valerio Marini, l’arbitro CAN 5 Alessandra Carradori, il componente della CAN D, Maurizio Ciampi, il componente della CAN 5, Francesco Massini e tutti gli arbitri e assistenti in forza alla CAN PRO, alla CAN D e alla CAI. Ospiti della serata anche il segretario della CAN A, Fabio Marinelli e il giudice sportivo della Lega A, Gerardo Mastrandrea.
“Questa è una serata diversa da tutte le altre”, ha commentato in apertura il presidente di Roma 1, Roberto Bonardo, “E’ emozionante avere in questa riunione speciale un’ospite speciale, ovvero Nicola Rizzoli. Con la sua presenza questa sera ci ha fatto un regalo enorme. Anzi, posso dire (scherzando, ndr), che dopo aver avuto qui nella sezione Pierluigi Collina e Nicola Rizzoli, stasera posso smettere anche di fare il presidente”.
Un video celebrativo dedicato a Nicola Rizzoli, realizzato dagli associati Nunzio Grasso e Giorgio Rinaldi, caratterizzato dalle note di “One” degli U2 (uno dei brani preferiti in assoluto da Nicola Rizzoli, da lui stesso definito “uno degli inni più importanti della mia carriera”), nella versione cantata da Mary J. Blige e Bono Vox, ha dato ufficialmente il via a una serata destinata a restare a lungo nei cuori e nei ricordi degli associati di Roma 1.
“Mi emoziono tutte le volte che vedo delle immagini che riguardano le partite importanti che faccio”, ha esordito Nicola Rizzoli, “Questa sera vorrei condividere con voi il mio modo di intendere l’arbitraggio, ovvero di come l’arbitro può leggere la partita”. In questo contesto l’internazionale ha citato Michel Platini che, aveva dichiarato che il suo più grande dono da calciatore “è stato quello di leggere la partita e anticiparla”, e Pierluigi Collina, che in un’occasione aveva spiegato che, a differenza di arbitri che non vogliono sapere molto delle squadre che vanno ad arbitrare, lui preferisce invece sapere tutto. “E’ vero che a volte conoscere troppo può portare a dei preconcetti”, ha spiegato Rizzoli, “Ma se conosco il maggior numero di informazioni possibili devo essere bravo a non trasformarli in preconcetti. Un’informazione letta male può creare problemi. E questo non deve accadere”. Inoltre, agli arbitri più giovani, che si ritrovano in categorie dove non è sempre facile reperire informazioni, ha suggerito di fare esperienza “indiretta” anche attraverso lo scambio di informazioni con i colleghi che hanno già affrontato le squadre per cui si è stati designati.
Citando il trattato “L’arte della guerra” del generale cinese Sunzi, Rizzoli ha esortato gli arbitri a “conoscere bene noi stessi. Dovete capire qual è il vostro talento, farlo crescere e farlo diventare il vostro punto di forza”.
In questi anni di carriera ai massimi livelli, l’arbitro cresciuto nella sezione di Bologna ha sviluppato importanti conoscenze sul ruolo della comunicazione, che per un arbitro diventa fondamentale nell’interazione con la squadra, i dirigenti e anche con il pubblico. Per questo ha invitato tutti a prestare bene attenzione al linguaggio del corpo e alla prossemica, ovvero ai gesti, al comportamento, allo spazio e alle distanze all’interno di una comunicazione, sia verbale sia non verbale. “La vostra cultura”, ha proseguito, “è quella che influenza il vostro modo di vedere le cose”.
In questo contesto Nicola Rizzoli ha dato anche alcuni suggerimenti su come affrontare le squadre in campo. “Dobbiamo cercare di memorizzare alcuni nomi”, ha affermato, “come il capitano e il leader della squadra, che non sempre coincide con il capitano. Lo possiamo individuare già dal riscaldamento, perché normalmente è quello che guida il gruppo. Può essere utile memorizzare anche i giocatori più anziani”. L’obiettivo è quello di “evitare quella situazione che può portare confusione. Meno episodi ci sono più è stato bravo l’arbitro a “lavorare” dietro le quinte”, anche perché le allerte “sono ovunque in una gara”.
Nel corso dell’appuntamento Rizzoli ha mostrato anche alcuni video relativi a gare da lui dirette, facendo ascoltare l’audio con le informazioni che si scambia nel corso delle gara con i suoi collaboratori, ovvero assistenti arbitrali, addizionali e IV uomo. A tal proposito ha spiegato che “la conoscenza reciproca della propria squadra consente di sfruttare al meglio le qualità di ciascuno”. Rizzoli ha infine ricordato che “nel prendere decisioni impopolari ci vuole coraggio. C’è un processo decisionale che se fatto in maniera appropriata può portare solo benefici. Per questo dovete applicare tutto il vostro processo decisionale: costruitevelo. Sappiate solo che esiste”.
Nel finale Rizzoli ha risposto alle domande di alcuni associati. Ha ricordato dei suoi esordi, di quando da calciatore aveva un pessimo rapporto con gli arbitri, e delle differenze nell’arbitrare gare in Italia e in campo internazionale. “All’estero è tutto più semplice”, ha affermato, “Si parte da una cultura differente. In Italia siamo molto creativi. Però tante volte ne abusiamo cercando di essere più furbi. Nel momento in cui ci si rispetta è tutto più semplice”. E a chi arbitra in categorie inferiori, spesso difficili, ha ricordato di “divertirsi” sempre e di non aver paura, anzi di “trasformare questo sentimento in obiettivo”. La visita di Rizzoli si è chiusa con un tripudio di applausi e da tante richieste di foto e autografi, che resteranno a lungo nei ricordi degli associati di Roma 1. Antonio Ranalli