Nazionali fin dalla nascita – Bisogna possedere in campo attenzione e concentrazione fino all’ultimo minuto di gioco. Lo hanno ribadito, nel corso della Riunione Tecnica Obbligatoria di lunedì 14 ottobre gli associati Federico La Penna (a.e. CAN/B) e Valerio Marini (a.e. CAN/PRO), protagonisti del primo incontro congiunto dedicato a tutti gli appartenenti all’OTS, OTR ed OTN.
A dare il benvenuto il presidente Roberto Bonardo. “Li ho visti nascere arbitri”, ha detto prima di ricordare i traguardi raggiunti dai due associati, tra cui il debutto in serie A di La Penna avvenuto nel corso dell’ultimo campionato con l’incontro Atalanta – Chievo. Federico La Penna ha quindi tenuto a fare “un ringraziamento a tutta la sezione per il traguardo raggiunto il 19 maggio scorso, cui era presente anche il presidente”.
La Penna e Marini si sono soffermati su episodi particolari che hanno caratterizzato alcuni incontri diretti nel corso della passata stagione agonistica. L’attenzione è stata riservata ai calci di rigore e ai provvedimenti disciplinari. La Penna ha commentato due momenti della gara tra Ascoli e Juve Stabia del passato campionato di Serie B, spiegando che in alcuni casi l’arbitro si può trovare nella situazione di dover delegare una decisione all’assistente che si trova in una posizione migliore.
Valerio Marini ha poi analizzato un provvedimento disciplinare preso in occasione dei minuti finali di Lecce – Cremonese, incontro diretto nella prima giornata dello scorso campionato di Lega Pro 1. “Una volta che avete preso una decisione”, ha spiegato Marini, “andate fino in fondo. Se siete certi fate quello che ritenete giusto”. Sulla necessità di mantenere sempre la concentrazione in campo è intervenuto Federico La Penna, che ha analizzato un cartellino rosso estratto nei minuti di recupero di Pro Vercelli – Cesena. “Se non avessi mantenuto la concentrazione fino al 50’ mi sarei perso un’occasione importante e quindi questo fallo di gioco”. La Penna ha poi suggerito di guardare gli episodi dei colleghi ponendosi sempre la domanda “Come avrei agito al suo posto?”. Antonio Ranalli