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L’arbitro moderno è un atleta. Questo perché deve affrontare uno sport in cui bisogna essere preparati fisicamente come i calciatori. E stesso tempo per essere sempre in salute, prevenire eventuali infortuni e stare in armonia con il proprio fisico. Se ne è discusso lunedì 7 dicembre 2015, nella sede di Roma 1, in occasione della Riunione Tecnica Obbligatoria, che ha visto protagonisti gli arbitri effettivi in forza alla CAN Pro, nonché associati di Roma 1, Andrea Morreale e Francesco Fourneau, i quali ricoprono anche il ruolo di referente atletico, rispettivamente per il CRA Lazio e per la sezione di Roma 1.

Ad introdurre la riunione, l’ultima per l’anno 2015, è stato il vice presidente e responsabile dell’area tecnica di calcio a 11, Stefano Mattera, il quale ha ricordato che “quello della preparazione atletica è un argomento importante soprattutto per gli arbitri dell’Organo Tecnico Sezionale. Un argomento su cui vediamo c’è sempre più consapevolezza. Stiamo riscontrando che la partecipazione ai poli di allenamento è cresciuta. Per questo il nostro invito è quello di continuare ad allenarsi e a frequentare i poli, anche per fare gruppo e vita associativa”.

Spazio quindi alla lezione, aperta da Francesco Fourneau. “Se non siamo fisicamente preparati e concentrati”, ha spiegato, “rischiamo di condizionare le gare. Il miglior arbitro è quello che sbaglia di meno. Per commettere il minor numero di errori è necessario essere sempre vicini all’azione. Ognuno arbitro ha un momento nella propria carriera arbitrale in cui capisce che deve fare l’atleta. Deve quindi allenarsi non per essere apposto con la propria coscienza oppure per avere la scusa di mangiare maggiori quantità di cibo, se non cibo spazzatura”. Per questo Fourneau ha spiegato come per diventare atleti bisogna fare un percorso per step, tenendo conto delle proprie caratteristiche fisiche ed evitare quindi di fare sforzi che possano mettere a rischio la propria salute. In particolare, nel breve periodo bisognerà dedicarsi allo sviluppo specifico di una sola caratteristica fisica. Importante anche il calendario degli allentamenti, che si può dividere in tre periodi: la preparazione estiva, che in genere dura 7 / 8 settimane, dove iniziare con un allenamento aerobico per poi aumentare con i carichi di lavoro; il periodo della stagione agonistica, dove si andrà a rifinire la condizione atletica e a mantenerla nel corso di tutto il campionato (all’interno della settimana gli allenamenti dovranno essere strutturati in modo diverso); il periodo di transizione, che parte con la fine dei campionati e termina con la preparazione estiva (in genere il mese di giugno), in cui sono consigliati minori carichi di lavoro e la pratica di sport diversi, come nuovo e tennis. Fourneau ha poi richiamato l’attenzione sul livello di riposo e sull’alimentazione.

Il referente atletico del CRA Lazio, Andrea Morreale si è invece soffermato sugli infortuni. “L’infortunio muscolo-scheletrico”, ha spiegato, “rappresenta principalmente un impedimento allo svolgimento dell’attività sportiva. Quelli muscolari sono molto frequenti e rappresentano il 35% degli infortuni legati allo sport del calcio”. Se si riscontra un infortunio ci sono, a seconda della gravità, diverse fasi da seguire, che vanno dalla riabilitazione all’alimentazione. Innanzitutto se ci si infortuna in campo è importante applicare subito del ghiaccio e chiedere l’ausilio successivo di un medico e/o fisioterapista. Nelle ore successive all’infortunio è bene non consumare alcolici, non fare sforzi, non fare massaggi e non scaldare il distretto colpito. “Bisogna prestare inoltre molta attenzione ai farmaci”, ha proseguito Andrea Morreale, “I benefici sono sempre molto minimi, e in alcuni casi rischiano di peggiorare la situazione. In ogni caso i farmaci vanno sempre assunti dietro consiglio o prescrizione medica”. I tempi di guarigione sono variabili a seconda dell’entità del danno. In questo periodo si incorre nella perdita di massa muscolare e in alti livelli di stress. Per questo bisogna prestare anche molta attenzione all’alimentazione, preferendo cibi che contengono Omega 3 e Omega 6, e in un secondo momento si può ricorrere anche ad amminoacidi essenziali. E’ necessario rivedere comunque la propria alimentazione per evitare di prendere chilogrammi. Quanto ritornare a correre? “Si dovrà verificare la percezione del dolore”, ha concluso Andrea Morreale, “Si dovrà riprendere lentamente, senza esagerare, così da allenare i muscoli. In questa fase è utile fare anche sporti come nuoto e andare in bicicletta. Bisogna portare pazienza perché il tempo cura (quasi) tutto”. Antonio Ranalli