Marchi

Lunedì 13 marzo, Federico Marchi ospite della Sezione di Roma 1

Non basta aver ragione, bisogna anche che gli altri ti diano ragione!” Con questa frase di Giulio Andreotti, l’ospite della riunione tecnica di lunedì 13 marzo, Federico Marchi, giornalista e responsabile della comunicazione Aia, ha concluso un’altra serata sold out nella sezione di Via Gregorio VII, incentrata sulla comunicazione verbale e non, che tutti noi nella vita quotidiana, ma soprattutto quando siamo in campo, effettuiamo.

Nonostante l’importanza dell’argomento e l’autorevolezza del relatore, l’inizio della riunione è però stato caratterizzato dal ricordo di Andrea Sportelli, storico cassiere della sezione venuto a mancare ormai 4 anni fa, indimenticabile per tutti gli associati, che sapeva, spesso utilizzando modi apparentemente burberi, trattare nello stesso modo gli arbitri di serie A ed il ragazzino dell’ultimo corso che non aveva ancora indossato una divisa ufficiale. In un video a lui dedicato tante sono state le persone, di ogni età, che hanno voluto condividere un ricordo di Andrea per farlo conoscere ai giovani che hanno iniziato a frequentare la sezione in questi anni e che non hanno avuto la possibilità di conoscerlo.

Con la presentazione dell’ospite da parte del presidente Doveri, è iniziata la riunione vera e propria con Federico Marchi, nell’organico degli osservatori di serie A, che ha spiegato le varie forme di comunicazione e come gli altri ci vedono e ci percepiscono. Con una dialettica davvero efficace, ma non poteva essere altrimenti, Federico Marchi ha coinvolto vari ragazzi e con l’ausilio di alcune foto che ritraevano gli arbitri di serie A di oggi e del passato, ha spiegato loro quanto il linguaggio del corpo fosse più importante delle parole, anche perché non percepite da tutti ma solo da chi in quel momento si trovava a distanza ravvicinata dal fischietto di turno.

marchiI concetti sui quali ha ribadito più volte Federico sono stati la credibilità, l’efficacia di gesti e parole, l’educazione ed il rispetto, dovuto e preteso da tutti. “Solo chi ha tutte queste caratteristiche potrà diventare Arbitro, altrimenti sei un arbitro” è una delle frasi che ha più volte ripetuto l’ospite, proprio per far capire, soprattutto ai più giovani, che prima si deve rispettare per poi farsi rispettare, per essere considerati “l’arbitro della gara di oggi” e non “l’arbitro che è venuto a fare la gara di oggi”, tutti concetti apparentemente facili da ascoltare ma poi difficili da attuare, se non vengono messi in pratica nella vita personale e fin da subito in quella arbitrale.

MarchiCon i complimenti di alcuni “big” della sezione, tra i quali Carlo pacifici e Massimo Cumbo, la riunione si è conclusa con gli applausi di tutti e con l’invito da parte del Presidente Doveri a Federico Marchi, a presentare la tanto attesa serata del Memorial Orlandini che si terrà a giugno come di consueto.marchi

 

Redazione Sez. AIA Roma “Generoso Dattilo”