Nella vita di un uomo ci sono momenti particolari, passionali, romantici. Ma se sei un arbitro e se ti chiami Daniele Doveri, puoi avere il privilegio di vivere momenti adrenalinici, intensi, spettacolari. Varcare il sottopasso della Scala del Calcio da protagonista silenzioso del Derby d’Italia non è da tutti, assaporare l’erba dove centinaia di campioni hanno fatto sognare intere generazioni è un’emozione indescrivibile, da raccontare a figli e nipoti. Sono passati più di trent’anni da quando un arbitro della nostra Sezione ha diretto Inter-Juventus; era l’11 novembre 1984, ottavo turno di andata, e l’Inter di Zenga, Bergomi e Rummenigge affondava con un sonoro 4-0 la Juventus di Trapattoni che a fine stagione si sarebbe laureata Campione d’Europa; arbitro di quell’incontro era l’internazionale Carlo Longhi. Scavando nella storia, tutti i grandi arbitri romani hanno diretto questa grande classica del calcio nostrano: Generoso Dattilo, Vincenzo Orlandini, Giuseppe Adami, Alessandro D’Agostini, Antonio Sbardella, Riccardo Lattanzi, Gianfranco Menegali. Va ricordato, per dovere di cronaca e statistica, che un altro arbitro romano di recente ha diretto il Derby d’Italia: si tratta di Paolo Valeri, amico e collega della sezione di Roma 2, che il 13 febbraio 2011 era stato protagonista di una delle sue migliori gare in massima serie.
Ma veniamo ad oggi. A prima vista, un match dai sapori contrastanti e differenti rispetto al passato. Da un lato (per fortuna) le storiche polemiche tra i dirigenti di entrambi i club sono più sbiadite e meno rumoreggianti , dall’altro non c’è più quel bel calcio tanto caro a Gianni Brera, che per primo coniò la definizione di “Derby d’Italia”. Si, proprio quel Gianni Brera, e già questo dovrebbe bastare perché “derby d’Italia” debba essere considerata una definizione doc, e se tale è diventato nell’immaginario collettivo, lo si deve dunque a chi ha fatto la storia del giornalismo sportivo italiano, e a chi la leggenda del pallone italico ha saputo raccontarla come pochi altri. Ma la spiegazione, a differenza della definizione, Brera non la diede mai: era la rivalità storica fra i due club e le rispettive tifoserie – negli stadi come nei bar (soprattutto nei bar) – a fare da retroterra alla scelta di investire il duello di tale definizione.
I protagonisti saranno altri. Tevez, Icardi, Pogba, Ranocchia, Allegri e Mancini raccolgono il testimone di tantissimi campioni del passato, con obiettivi stagionali diametralmente opposti, ma con la passione e l’agonismo che da sempre ha caratterizzato quest’incontro. Pensate solo a questo dato: 190 scontri tra Inter e Juventus in campionato, 512 reti complessivamente segnate nella storia di questo Derby. Lo spettacolo, dunque, non può mancare. E Daniele, da buon protagonista silenzioso, saprà farsi valere sotto le luci di quel palcoscenico che torna ad illuminarsi con un arbitro di Roma 1, in un sabato italiano con un orario insolito (le 18,00) per partite di questo calibro. Un sabato italiano che non sarà un “sabato qualunque” per chi – come noi – vive di calcio e di passione arbitrale. Noi, quel pomeriggio, saremo tutti a San Siro, anche solo con il cuore. Perché noi siamo tifosi particolari. Noi tifiamo per l’Arbitro.