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Il calcio ha delle regole molto sintetiche, ma soprattutto nelle più importanti compare la terminologia “a giudizio dell’arbitro”. Se questa discrezionalità fosse limitata sicuramente il suo compito sarebbe reso più facile. Basti pensare all’analisi che deve fare un arbitro per valutare se ci sia una “chiara occasione da rete” o sulla “volontarietà” del fallo di mano. Se ne è discusso nella riunione tecnica obbligatoria di lunedì 10 marzo, tenuta dagli associati della sezione Roma 1 “Generoso Dattilo”, Andrea Morreale (a.e. CAN Pro) e Francesco Fourneau (a.e. CAN D). L’incontro è stato aperto dal vice presidente Stefano Mattera, che ha portato il saluto del presidente Roberto Bonardo, impegnato con gli associati Federico La Penna (a.e. CAN/B) e Valerio Marini (a.e. CAN/PRO) in un incontro nella sezione Aia Roma 2 “Riccardo Lattanzi”. Morreale e Fourneau hanno mostrato alcuni filmati dello scorso campionato di serie A per consentire a tutti i presenti di analizzare alcuni casi particolari, tra cui i falli in area di rigore in caso di chiara occasione da rete, ribadendo l’importanza della sanzione disciplinare. “Ci deve essere massima attenzione e uniformità su chi colpisce l’uomo e non il pallone”, hanno spiegato Morreale e Fourneau, “Grande attenzione ci deve essere nel giudicare i casi di fallo in chiara occasione da rete. La domanda che ci dobbiamo porre in queste situazione è: c’era una concreta probabilità che l’attaccante producesse un tiro in porta e, quindi, una rete se non fosse stato interrotto scorrettamente?”. Morreale e Fourneau hanno ricordato ai presenti di valutare sempre la direzione dell’azione (il calciatore deve dirigersi verso la porta avversaria e non genericamente verso la linea di porta), la probabilità di controllare il pallone (il calciatore deve essere in possesso del pallone o deve poterlo controllare facilmente), il numero dei difendenti capaci di intervenire nell’azione e la loro posizione sul terreno di gioco e il punto dove è commesso il fallo (più lontano è dalla porta, meno probabile che l’opportunità sia evidente). Di recente l’Ifab ha confermato anche la cosiddetta “tripla sanzione”: in caso di fallo da ultimo uomo che interrompe una chiara occasione da rete in area, oltre al calcio di rigore verrà espulso (e quindi squalificato per almeno una giornata) l’autore dell’irregolarità. Quanto ai falli di mano “sono cose che l’arbitro valuta in due decimi di secondo, cercando di capire se il contatto è punibile o meno”. In particolare quando il pallone colpisce prima una parte del corpo e poi finisce sul braccio è da considerarsi un contatto involontario. Antonio Ranalli