Le precisazioni dell’Ifab sul fuorigioco sono state al centro della Riunione Tecnica Obbligatoria tenuta da Alfonso Marrazzo (a.a. CAN A) e Antonio Santoro (a.a. CAN PRO). L’incontro, che si è tenuto lunedì 10 novembre, ha visto la partecipazione degli associati appartenenti ad OTS, OTR ed OTN. Protagonisti della serata sono stati senza dubbio gli assistenti, visti i relatori di eccezione, come ha tenuto a sottolineare il presidente Roberto Bonardo nella sua consueta introduzione. Con video e spiegazioni Marrazzo e Santoro hanno affrontato le ultime novità in materia di fuorigioco introdotte dall’International Football Association Board (IFAB) all’inizio dell’attuale stagione agonistica. “Rispetto allo scorso anno”, ha spiegato Antonio Santoro, “la regola sul fuorigioco non ha subito variazioni, ma solo qualche precisazione. Ad esempio, nella circolare numero 1 del 2013 veniva considerata la capacità del difendente di rimettere in gioco un giocatore in attacco in una distanza compresa tra 1 ed 1,5 metri. Durante la stagione si è visto che un calciatore contende il pallone anche ad un’altra distanza. Quindi adesso si parla di chiara azione o movimento che incide sulla capacità dell’avversario di giocare il pallone”.
Altre precisazioni sono arrivate sull’interpretazione del retropassaggio, come ha spiegato Alfonso Marrazzo. “Con le nuove regole”, ha proseguito, “si è voluta stringere la forbice da cono di visione a linea di visione. In questo modo hanno voluto che si portasse il più possibile alla segnatura di una rete”. Tra i video proposti, anche il terzo goal dell’incontro tra Athletic Bilbao e Napoli. Secondo l’Ifab la terza rete della squadra spagnola è stata regolare perché l’attaccante dell’Athletic Bilbao non ha influenzato l’avversario, cioè non gli ha impedito di giocare o di essere in grado di giocare il pallone. L’arbitro avrebbe dovuto fischiare il fuorigioco solamente se nessun altro giocatore in posizione regolare fosse stato in grado di giocare il pallone.
L’allineamento, l’importanza della concentrazione, il “wait and see” e la collaborazione con l’arbitro sono state solo alcune delle tematiche toccate da Antonio Santoro. “In alcuni situazioni il calciatore che è in fuorigioco”, ha spiegato, “va quasi a contatto con il difendente e questo comporta difficoltà nel movimento. Ci deve essere la massima collaborazione tra arbitro e assistente, per ovviare ai problemi che si possono creare nel corso della gara”. Santoro, nel soddisfare le curiosità degli assistenti, ha ricordato che è “fondamentale aspettare fino all’ultimo secondo prima di alzare la bandierina”. Perché questo, ha aggiunto Marrazzo “quasi sempre obbliga il collega a fischiare”. Antonio Ranalli