Grande partecipazione per la riunione di Daniele Orsato a Roma 1
Grande partecipazione degli associati di Roma 1 alla RTO di lunedì 29 marzo, svoltasi in collegamento streaming. Una media di oltre 250 associati che, con punte fino a 260, sono rimasti collegati per circa due ore, per ascoltare l’uragano Orsato: un perfetto mix di contenuti, emozioni, suggerimenti, consigli, curiosità, concretezza e genuinità hanno reso la riunione un bel momento di confronto e entusiasmo per tutti i partecipanti.
Alle 19.30, il Presidente Mattera apre l’incontro facendo gli onori di casa a Daniele Orsato e ringraziando della loro presenza il Componente del Comitato Nazionale Carlo Pacifici ed il Presidente del CRA Lazio, Giulio Dobosz. Inizia dunque ricordando i passaggi fondamentali della carriera di Orsato e condividendo un ricordo familiare che lo ha visto osservatore, nel lontano 2001, dell’attuale Arbitro migliore al mondo. La relazione di allora citava: “deciso, ha voglia di dare tutto quello che può dare”. “Ricordo ancora l’umiltà con cui hai affrontato quel colloquio – prosegue Mattera – e oggi sei testimonianza che solo con quello spirito di sacrificio e quella determinazione si possono raggiungere questi risultati”. Segue poi la condivisione di un video emozionale, realizzato dalla redazione, con il quale Roma 1 dà il benvenuto a Daniele Orsato.
Dopo aver espresso l’emozione che ha provato nel leggere il suo nome legato a Roma 1,”la sezione più grande d’Italia”, Daniele parte subito con una dose di energia e concretezza ricordando ai ragazzi che a settembre ripartiranno i campionati e bisogna farsi trovare pronti: tecnicamente, atleticamente, mentalmente. “Iniziate da subito ad allenarvi, anche in zona rossa. Io ho fatto la finale di Champions in pieno lockdown ed allenandomi in una stradina semi-asfaltata vicino casa mia, senza polo di allenamento”. E prosegue ricordando agli arbitri che la passione supera ogni ostacolo: qualunque cosa si voglia fare non esistono cose impossibili, ogni traguardo dipende solo da noi e dalla voglia che abbiamo di faticare e di sacrificarci per raggiungerlo.
Dedica poi un passaggio a tutte le persone che ruotano attorno agli Arbitri, sottolineando l’importanza ed il valore della vita sezionale: Presidente, Dirigenti, Osservatori, sono persone che dedicano con amore il loro tempo e la loro esperienza. Tutte le più grandi soddisfazioni come le più grandi delusioni di un percorso arbitrale vanno condivise con la Sezione, perché da qui parte la storia di un Arbitro. Chi non frequenta la sezione è destinato a sbagliare di più in campo. “Il campo è giudice unico del vostro percorso: non trovate alibi e non appellatevi ad interpretazioni sbagliate di chi vi giudica”. Gli arbitri sanno sempre come è andata quella gara ed il modo migliore per crescere è porsi in modalità ascolto nei confronti di chi ci visiona.
Non risparmia poi qualche curiosità personale: “Io volevo fare l’elettricista, e mai avrei pensato di trovarmi oggi in un simile ruolo. Ma tengo a precisare che ci sono arrivato solo perché ho scelto di “fare fatica”, non fatevela mai mancare! Non esistono fenomeni nell’arbitraggio e se c’è una cosa che mi fa arrabbiare è la mancanza nei giovani ragazzi di voglia di imparare, di mettersi in discussione, di aprirsi al confronto in modo costruttivo”. Il traguardo non sta nella Serie in cui arriviamo ad arbitrare, ma sta nella soddisfazione di ciò che abbiamo raggiunto con sacrificio, umiltà e coraggio. Regole queste, che valgono anche nella vita extra arbitrale: ci tiene a ricordare che questa esperienza non può prescindere dagli affetti e dai legami familiari che anche per lui, ad iniziare da suo padre, sono stati linfa di forza e di coraggio. Racconta il momento in cui Rosetti lo ha chiamato chiedendogli “La vuoi fare una partita?” ed era inevitabile che si riferisse alla finale. In quel momento “ho toccato il cielo con un dito, ma ho vissuto questa emozione con i miei figli e la mia famiglia. Ho visto in un attimo tutto quello che di faticoso avevo fatto per arrivare fino a quella designazione e mi sono commosso“.
Dopo una somministrazione di emozioni ed entusiasmo, si passa all’analisi di alcuni episodi di gare da lui dirette sui quali si sofferma coinvolgendo ragazzi e ragazze della platea. L’intento è di partire dalla loro analisi comportamentale e disciplinare dell’episodio per lanciare un messaggio chiaro: la crescita di un arbitro che a fronte di un errore, sviluppa anticorpi affinché quell’errore non si ripeta. “Quello che vi racconto non me lo ha spiegato nessuno, ma l’ho vissuto in prima persona ed è per questo che posso esserne testimonianza. Il peso dei cartellini sul terreno di gioco lo stabilisce il regolamento, ma noi dobbiamo imparare a dar peso anche alla nostra personalità”. “Scommettete su Voi stessi: buttatevi, provateci e se proprio non riuscite, abbiate l’umiltà di chiedere”. Prendendo spunto dagli interventi dei ragazzi, si concentra poi su alcuni temi: a) La prevenzione è l’arma vincente per un arbitro in ogni gara: mettersi sempre nelle condizioni di vedere ciò che interessa in quel momento può costare fatica, ma solo con la fatica si vince; b) l’errore: anche quando si sbaglia, bisogna mantenere autostima e non far pesare quell’errore nelle decisioni successive. L’analisi dell’errore si fa a fine gara: più si sbaglia e più si impara a gestire l’errore nella vita arbitrale. c) la lingua inglese: alcuni traguardi presuppongono un investimento su sé stessi e la conoscenza della lingua diventa un fondamentale quando si raggiungono traguardi internazionali. d) le donne: “non esistono – ribadisce Orsato – “consigli di genere”. Io parlo agli Arbitri, perché oramai uomini e donne possono raggiungere gli stessi livelli, anche sul piano atletico. Vale per tutti, uomini e donne, il medesimo principio: lavorare e impegnarsi con spirito di sacrificio, perché solo cosi i risultati arrivano.
Orsato riesce a incollare la platea per la forza e la trasparenza con cui affronta ogni tematica. Nel corso della riunione saluta i vari colleghi e dirigenti che ha incontrato nel suo percorso arbitrale tra cui Roberto Bonardo, già Presidente di Roma 1, che a sua volta lo ringrazia pubblicamente per l’affetto dimostratogli durante il delicato momento di salute vissuto a causa del Covid. Prima di concludere, il Presidente chiede un intervento di saluto a Daniele Doveri che al collega e amico Daniele Orsato dice: “Ho la fortuna di conoscerti bene, ma ti assicuro che ascoltarti stasera mi ha fatto venire la voglia di arbitrare una gara domattina”. E prosegue: “Sono certo che i ragazzi capiscano la tua forza ed il tuo carattere travolgente. Ci hai trasmesso tanto e bene. Ascoltate i suoi consigli e fatene tesoro”.
Alle 21.20, Stefano Mattera conclude una riunione che definisce “di grande spessore e umanità”. Orsato è esempio di sacrificio e di personalità che premia, e noi tutti anche nei momenti di sconforto, dobbiamo ricordarci che è un dovere preciso trasmettere ai ragazzi più giovani ciò che abbiamo avuto e abbiamo vissuto per renderli preparati alle sfide che affronteranno”. A Daniele Orsato va il grazie di tutti gli associati di Roma 1, che senza campionati, senza vita associativa, senza poli di allenamento hanno vissuto due ore piene di tutto l’amore che li lega a questa meravigliosa attività.
Monia Catelli
Redazione Sezione di Roma “G. Dattilo”