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L’ultima partita, tante emozioni e uno sguardo al futuro. Arriva prima o poi per tutti gli associati il momento di fischiare l’ultimo triplice fischio sul campo. Per Eleonora Caracciolo quel momento è arrivato domenica 9 giugno, a Formello (Roma), in occasione della finale del torneo di calcio femminile Lady Cup. Arbitro effettivo dal 2001, per Eleonora Caracciolo, che è anche avvocato e mamma, quelli trascorsi sui campi sono stati belli più di un sogno. La nostra associata si è distinta con merito non solo sul campo ma come dirigente (attualmente è consigliere con delega all’Osservatorio alla violenza).

Una grande gioia domenica per Eleonora Caracciolo, accompagnata per l’occasione dagli assistenti arbitrali, Sara Mainella ed Eleonora Negro, mentre sugli spalti a fare il tifo per lei c’erano numerosi associati, a partire dal marito Stefano Squarcia (componente dell’Organo tecnico sezionale e del consiglio direttivo), gli O.T. Marcello Cacciamani, Alessandro Fagnani e Gianluca Zamporlini fino all’arbitro della CAN B, Valerio Marini e i suoi familiari. Unico rammarico la scomparsa di Andrea Sportelli pochi giorni prima, cui Eleonora ha voluto dedicare la sua ultima gara, indossando nel momento dell’ingresso in campo e dei saluti iniziali una maglietta con la dedica “Ciao Andrea”.

Per la cronaca la gara è stata vinta per 4 a 1 dal Cross Roads sul Real Cassino. Eleonora e le assistenti hanno utilizzato per l’occasione il kit di auricolari per comunicare in campo, come avviene nelle massime categorie nazionali. “E’ stata una gara molto emozionante per me“, ha detto Eleonora Caracciolo, “l’ho sentita molto per quello che significava. Non è stata però una gara malinconica, al contrario ho sentito tanta allegria in campo. Sara ed Eleonora sono state più di due assistenti: la loro presenza ha reso questa gara molto speciale e semplice da affrontare. Mi sono davvero divertita, soprattutto perché ho usato gli auricolari. Mi ha fatto molto piacere vedere sugli spalti tanti amici, oltre a mia madre, mio marito e i miei figli, che dagli spalti mi mandavano tanti sorrisi e baci, tanto da dare un significato molto bello a tutta la partita. Ho dedicato questa ultima gara a mio padre Sebastiano, scomparso 4 anni fa, e ad Andrea Sportelli, che ci ha lasciato lo scorso 6 giugno, proprio il giorno del compleanno di mio padre”.

Un ringraziamento unanime è poi arrivato mercoledì 12 giugno al termine del consiglio direttivo di Roma 1. Il presidente Roberto Bonardo ha consegnato a Eleonora Caracciolo una targa a nome di tutti gli associati, con la scritta “A Eleonora esempio di passione e tenacia arbitrale”, con l’immagine del fischietto e la scritta ironica “… e ora di appenderlo”. “Sono onorata e fiera di far parte della Real Sezione”, ha commentato Eleonora Caracciolo, “… sono così fortunata di aver trovato a Roma 1 non solo l’amore della mia vita ma alcuni degli amici più cari e fidati che chiunque potrebbe desiderare…. E se penso che tutto è iniziato da una semplice domanda del mio Presidente della Sezione di Pisa il quale mi chiedeva: ”Eleonora dove vuoi andare a Roma 1 o a Roma 2?” E io ho risposto Roma 1 solo perché era la prima…… e si è rivelata quella speciale… Speciale per me….”. La carriera arbitrale di Eleonora, che è nata a Reggio Calabria, è iniziata da studente universitaria a Pisa. E’ proprio nella città toscana che ha svolto il corso arbitri e fatto le prime gare. Poi il trasferimento nel settembre 2005 a Roma per seguire il corso di specializzazione per le professioni legali all’Università Luiss Guido Carli.

“La passione per l’arbitraggio nasce da piccola”, ricorda Eleonora, “Già a 11 anni andavo allo stadio Granillo a vedere la Reggina con mio padre, grande appassionato di calcio. Questo sport è stato sempre una passione, senza mai praticarlo. Poi all’università una mia cara amica mi disse che aveva fatto il corso arbitri. Incuriosita da questa cosa mi informai, e così l’anno successivo mi iscrissi anche io al corso della sezione di Pisa. Ho atto l’esame il 2 dicembre del 2001 e già dopo due settimane ero già in campo in una gara di Esordienti provinciali. A Pisa sono stata sempre a livello O.T.S.”. Poi il passaggio a Roma 1 che è stato sin da stato subito molto positivo. “Dal punto di vista arbitrale ho ricevuto molti consigli preziosi dagli O.T. di allora”, prosegue Eleonora Caracciolo, “Consigli che ho subito messo in pratica. E devo dire che con il passare del tempo le mie prestazioni hanno avuto dei decisi miglioramenti. Per tanti anni ho fatto tutte le gare previste dall’Organo tecnico sezionale arrivando fino alla seconda categoria, dove sono stata per diversi anni. A questo si aggiunge una gara in Promozione, che mi è stata designata nel 2011 dall’allora presidente del CRA, Nazzareno Ceccarelli, come premio per la mia dedizione verso l’arbitraggio e la sezione”.

E proprio nella sezione “Generoso Dattilo” che Eleonora ha conosciuto l’amore della sua vita, Stefano Squarcia. “L’ho conosciuto praticamente subito arrivata”, ricorda Eleonora, “Iniziai però a frequentarlo come amico in occasione dell’edizione 2008 del Memorial Orlandini. In quell’occasione, infatti, io vinsi il Premio Mario Lo Sasso, mentre lui ottenne il Premio Mario Bartolini. Proprio qualche giorno prima il Memorial ci incontrammo casualmente vicino al Tribunale di Roma. Iniziammo a parlare di questi premi e da lì iniziammo a diventare amici. Poi dopo tre mesi stavamo insieme. Devo dire che il Presidente Bonardo aveva capito tutto ancora prima di noi, quando pensavamo di essere solo amici”. Stefano ed Eleonora si sono spostati il 9 luglio 2011 a Reggio Calabria e all’uscita dalla chiesa sono stati celebrati da tanti colleghi con fischietti e bandierine. E il 13 aprile 2013 sono nati i gemelli Edoardo ed Emanuele Maria.

Eleonora Caracciolo è conosciuta nel mondo arbitrale anche per la sua attività dirigenziale. “Sono stata per 8 anni nel Collegio dei revisori dei conti, prima come membro e poi per due mandati come presidente”, ricorda, “Dal 2016 faccio parte del Consiglio direttivo con l’incarico di seguire gli associati che subiscono violenza sui campi da gioco. Per questo sono in contatto diretto con l’Osservatorio alla violenza presso il CRA Lazio”.

Appeso il fischietto, il futuro di Eleonora è ancora nell’Associazione Italiana Arbitri. “Secondo me il bello deve ancora arrivare”, spiega, “Il prossimo gennaio inizierò il percorso per diventare Osservatore Arbitrale. Sono molto emozionata e allo stesso tempo impaurita. Spero di essere all’altezza di questo ruolo, che a livello O.T.S. è fondamentale perché è qui che si formano le nuove leve”.

Un bilancio di questi anni? “Sono stati 18 anni molto belli. Ci sono stati alti e bassi. Una volta sono stata anche aggredita da un dirigente al termine di una gara di seconda categoria. I miei O.T. di allora mi “costrinsero” a tornare in campo la settimana successiva. Cosa che è stata utile per superare quel brutto episodio. Dicevo 18 anni di passione unica. In tutta la mia carriera ho rifiutato solo una gara ma solo per motivi di salute. E l’unico periodo in cui non ho arbitrato è stato durante la gravidanza. Per questo ringrazio in primis mio marito Stefano, soprattutto perché dopo la nascita di Edoardo ed Emanuele è stato un grande sostegno. Grazie a lui ho potuto continuare ad arbitrare. Poi ringrazio il Presidente Roberto Bonardo perché tutto quello che di bello mi è successo dal punto di vista dirigenziale lo devo a lui. E’ stato anche il mio “compare di anello” al matrimonio oltre a essere uno dei miei più cari amici. E poi voglio ringraziare i miei attuali organi tecnici, e in particolare Luciano Spigarelli e Marcello Cacciamani e, anche se non è più nella nostra associazione, Francesco Tortora. Tutti loro mi hanno permesso di crescere in questi anni e di diventare quello che sono oggi”. Antonio Ranalli