Il DOGSO è un acronimo sempre più familiare tra i colleghi arbitri. Un aspetto, quello introdotto dalla Circolare n. 1 del 2016, che però deve essere continuamente studiato e approfondito dagli arbitri per evitare di cadere in errori nel corso della gara. A questo argomento è stata dedicata al Riunione Tecnica, che si è tenuta nella sala conferenza di Roma 1 lunedì 22 gennaio.
Relatori di eccezione sono stati il componente del Settore Tecnico dell’AIA “Modulo perfezionamento tecnico e valutazione tecnica”, Andrea Sorrentino e il componente del Settore Tecnico “Area Formazione: Modulo Mentor/Talent Program UEFA Convention”, Odoardo Marcellini.
Come ha spiegato il vice presidente, Giulio Corsi in apertura di riunione “il Dogso (“Deny an obvious goal scoring opportunity”, ovvero negare l’evidente opportunità di segnare una rete) comporta situazioni a volte chiare ma molto spesso complesse”. Prima di lasciare la parola ai due relatore, il vice presidente ha ricordato agli associati l’appuntamento con il raduno di metà campionato, che si terrà in due date: il 17 febbraio (test atletici) e il 24 febbraio (raduno in aula).
Con l’ausilio di alcuni video e con il contributo degli associati presenti, Sorrentino e Marcellini hanno sviscerato alcune delle situazioni più particolari di Dogso. Tra i casi affrontati quello del calciatore all’interno dell’area di rigore avversaria cui viene negata l’evidente opportunità di segnare una rete: l’autore del fallo non sarà da espellere se l’arbitro percepisce che lo stesso ha tentato con le gambe (che potrebbero essere le mani nel caso di un portiere) di prendere il pallone. In questo caso il provvedimento disciplinare sarà l’ammonizione. Non cambia invece nulla invece se il fallo è stato commesso fuori area o se il difendente, nel commettere il fallo, si disinteressa dal pallone e “punta” solo l’avversario.
Antonio Ranalli