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Anche l’Istituto comprensivoPiazza Borgoncini Duca” di Roma è da oggi una scuola cardioprotetta. Giovedì 1 ottobre, infatti, nei locali del complesso scolastico, è avvenuta la consegna di un defibrillatore grazie all’iniziativa portata avanti dal CRA Lazio e dall’Associazione Planet Onlus con l’obiettivo di rendere cardioprotette sette scuole del territorio e nello stesso tempo far comprendere ai giovani la cultura sportiva.

All’incontro erano presenti, tra gli altri, Antonio Di Blaso in rappresentanza del CRA Lazio, il presidente onorario e fondatore di Planet Onlus, Francesco Figliomeni, la presidente dell’associazione Luisella Di Curzio, il dirigente scolastico dell’Istituto di Piazza Borgoncini Duca, Anna Maria Lamberti, il presidente del XIII Municipio, Valentino Mancinelli accompagnato dall’assessore alle politiche scolastiche del Municipio, Eleonora De Venuti, oltre ai rappresentanti dei docenti e dei genitori. In platea tanti studenti delle scuole elementari e medie, e i colleghi arbitri, a partire dal talent Antonio Figliomeni della sezione di Roma 2 in forza al CRA Lazio, e in rappresentanza della Sezione di Roma 1 gli arbitri Biagio Martich, Federico Micci, Giuseppe Milone, Alessio Mocavini e Roberto Torricelli.

“Questo per noi è un grande privilegio”, ha detto in apertura della cerimonia il dirigente scolastico Anna Maria Lamberti, “da anni cercavamo un defibrillatore. E l’Associazione Planet Onlus ci ha consentito di realizzare questo importante traguardo”. La presidente dell’associazione Luisella Di Curzio ha presentato le attività che da tanti anni vedono protagonista l’Associazione Planet Onlus “tra cui anche la sensibilizzazione all’importanza del defibrillatore e dell’educazione cardiologica, organizzando anche corsi di formazione”. E’ stato il presidente del XII Municipio, Valentino Mancinelli a ricordare che “il defibrillatore è uno strumento fondamentale, che deve essere a disposizione in tutte le scuole, nelle palestre e nei centri sportivi insieme a personale specializzato”.

Il presidente onorario e fondatore di Planet Onlus, Francesco Figliomeni ha quindi spiegato il progetto promosso in collaborazione con l’Associazione Italiana Arbitri, che quest’anno ha visto coinvolti i Comitati Regionali Arbitrali del Lazio e della Calabria oltre che le scuole delle due regioni. “Il progetto fair play intende migliorare la prevenzione cardiologica e la cultura sportiva”, ha spiegato Figliomeni, “Alcuni anni fa a Tor Sapienza vene a mancare un ragazzo mentre si allenava. In quello stesso quartiere per un malore, mentre si trovava a scuola, perse la vita un’altra ragazza, Federica, cui è dedicata un’altra nostra iniziativa. Nello stesso tempo ci siamo accorti che sono molto frequenti, specie sui campi di calcio delle categorie giovanili, episodi di violenza verso calciatori avversari e/o nei confronti degli arbitri. In tutto questo il vero problema sono i genitori sugli spalti, il cui comportamento a volte è vergognoso”. Sul tema delle violenze nei confronti dei colleghi arbitri è intervenuto Antonio Di Blasio, componente del CRA Lazio, che ha ricordato come “negli ultimi anni il fenomeno è cresciuto. Lo scorso anno in tutta Italia ci sono state circa 600 aggressioni, di queste solo 60 nel Lazio. Un fenomeno preoccupante, cui non riusciamo a dare risposta. Pierre de Coubertain diceva “L’importante è partecipare”. Oggi invece si gioca solo a vincere”.

Al termine degli interventi ci sono state le domande dei ragazzi che hanno chiesto ai giovani arbitri presenti cosa si prova ad andare in campo oltre a notizie su come intraprendere la carriera arbitrale. Anche il presidente del XII Municipio, Valentino Mancinelli ha svelato di aver frequentato il corso arbitri quando la sezione di Roma 1 si trovava a San Giovanni ,”solo che, per via di un esame universitario, non riuscii a fare le prove finali e quindi non ho mai iniziato ad arbitrare”. Al termine della cerimonia è avvenuta la consegna del defibrillatore e di una targa da esporre all’esterno dell’istituto scolastico in cui c’è scritto “In questa scuola è presente un defibrillatore”. Antonio Ranalli