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E’ domenica 9 maggio e sono di nuovo a Roma ormai distante migliaia di Km da un paese che credevo di non poter mai visitare, il Libano. Soprattutto non credevo che la mia passione per l’arbitraggio mi avrebbe portato un giorno ad essere l’assistente di Stefano Farina in una partita “internazionale”. Appena ricevuta la telefonata credevo fosse uno degli scherzi del mio organo tecnico Valentino Di Prisco ma così non era. Avrei dovuto arbitrare la 2^ partita della Pace tra nazionale attori, parlamentari e militari del contingente UNIFIL che avrebbe avuto luogo a Tiro nel sud del Libano sabato 8 maggio. Ma andiamo per gradi. I giorni che hanno preceduto la partenza sono stati fantastici e frenetici ma nulla in confronto all’esperienza che abbiamo vissuto io e Domenico in Libano. L’appuntamento era per venerdì 7 alle 11:30 a Pratica di Mare con il vestito del C.R.A. Lazio (un ringraziamento particolare a Francesco Fourneau!) ma ovviamente siamo arrivati alle 10:45! Era troppa la voglia di cominciare a respirare l’aria di questa nostra prima trasferta internazionale (anche l’ultima? Non si può mai dire…). Verso le 11:30 è arrivato anche l’Arbitro (con la A maiuscola) Stefano Farina. Sbrigate le pratiche con il passaporto ed in attesa di imbarcarci sull’aereo di Stato dell’Aeronautica Militare ci siamo messi a chiacchierare prima con Stefano e poi con i vari personaggi dello spettacolo che avrebbero viaggiato con noi. C’erano Enrico Montesano (il capitano non giocatore), Giorgio Pasotti (semplice e alla mano), Sebastiano Somma, Maurizio Aiello, Gaetano Amato e tanti altri. Alle 14 finalmente si parte con destinazione Beirut. Il viaggio scorre tranquillo tra chiacchierate con personaggi politici (On. Boccia, On. Contento, On. Baldelli, Remo De Bellis) ed il loro Mister, il simpatico Giancarlo “Picchio” De Sisti. Appena atterrati veniamo presi in carica da militari UNIFIL (United Nation Interim Force In Lebanon) e smistati su due pullman con relativa scorta armata. Giungiamo all’Hotel Monroe situato di fronte all’Holiday Inn visibilmente martoriato da cannonate e proiettili. Dopo esserci rinfrescati veniamo portati sulla nave Zeffiro della marina militare italiana dove ci aspetta un buffet in attesa del discorso dell’On. Ignazio La Russa. A dire la verità il buffet non l’ho quasi visto, ero troppo impegnato a conoscere, parlare, osservare tutto quello che mi circondava. Abbiamo fatto amicizia (e foto!) con svariate persone civili e militari ma il nostro grande desiderio, mio e di Domenico, era quello di poter visitare anche solo per un’ora Beirut. Per mezzanotte siamo di nuovo in albergo e le proposte sono varie. Andare a dormire, prendere il taxi e farsi portare in centro, andare a piedi un po’ all’avventura. Il nostro gruppetto sceglie di passeggiare anche perché avevamo una scorta di tutto rispetto. Con noi c’erano il Tenente Colonnello Silvestri, il Primo Aviere Valentina Pacione, il Capo di 1^Classe Luca Dalla Ragione ed il Carabiniere Luca Pitzalis, tutti in borghese. La serata scorre tranquilla passeggiando su strade larghe circondate da palazzi martoriati dalle bombe, grattacieli appena costruiti, ville ristrutturate e cantieri aperti. Visitiamo la Place de L’Etoile e le vie del centro fino ad arrivare alla maestosa moschea Mohammad al-Amin detta “Moschea blu”. Ci fermiamo in un bar dove incontriamo alcuni componenti della squadra dei parlamentari, alcuni attori e anche Stefano Farina. Beviamo una birra locale, fumiamo un narghilè e poi torniamo, sempre a piedi, al nostro hotel. Sono ormai le 3 del mattino ed andiamo a dormire stremati dal viaggio in aereo e dalla serata. A questo punto abbiamo la “malsana” idea di mettere la sveglia alle 7:30 per uscire la mattina per la città prima di partire per Tiro. Alle otto del mattino Domenico, Salvatore (il massaggiatore della squadra dei parlamentari) ed io siamo a fare colazione e poi dritti per le strade di Beirut a contemplare, osservare e godere di ogni singolo minuto in giro per questa bellissima città che si sta rialzando dopo 25 anni di guerra. Passeggiamo lungo il palazzo del Rais, il Parlamento, numerose rovine risalenti all’impero romano e riusciamo anche ad entrare, ovviamente scalzi, nella “moschea blu”. Per le dieci siamo di ritorno all’Hotel dove prendiamo i pullman e partiamo per Shama, il campo base UNIFIL al sud di Tiro a soli 6 Km dal confine con Israele. Durante il viaggio scorgiamo i mutamenti del paesaggio. Ci sono sconfinati campi di banani, spiagge ed un mare stupendo. E’ difficile pensare che soli 4 anni fa Tiro era in guerra eppure ci sono i check-point dell’esercito libanese ed i blindati che scortano i nostri pullman a ricordarcelo. Alla base di Shama mangiamo un veloce, ma ottimo, Kebab e poi sulle note dei bersaglieri andiamo sul piazzale delle bandiere dove ci sono tutti i militari schierati ad aspettare l’On. La Russa per il saluto. Alle 15 riparte il nostro convoglio per andare a Tiro dove si svolge il triangolare. Arrivati allo stadio veniamo accolti da bambini con le bandierine dell’Italia, civili e molti militari. I mezzi dell’UNIFIL e dell’esercito libanese presidiano lo stadio sia all’esterno che all’interno. Negli spogliatoi e sul terreno di gioco c’è molta confusione. Oltre alle 3 rappresentative (attori, parlamentari e militari) ci sono anche due squadre locali, i carabinieri, i bersaglieri, i militari ed i giornalisti. Dopo un breve ma comunque emozionante briefing con Stefano Farina ci schieriamo a centrocampo con le madrine dell’evento, tra cui un splendida Serena Autieri, ed il Ministro La Russa per l’inno libanese e l’inno d’Italia. Una sola parola: esaltante. Durante la prima partita L’On. La Russa si trasforma i radiocronista a bordo campo, anzi, era praticamente sulla linea laterale di mia competenza. Invece nel corso della seconda sfida i bersaglieri seguono a suon di musica lo svolgersi delle azioni sullo stile della Gialappa’s Band (Mai dire Gol). La più bella sensazione durante la gara è stata il sentire gli occhi di Stefano su di me proprio mentre segnalavo un fuorigioco. Di certo non è stata una partita difficile però le emozioni sono state uniche ed irripetibili. Alla fine vincono gli attori aggiudicandosi il trofeo e dopo la premiazione siamo subito fuori dallo stadio. All’uscita ci sono molti bambini ed è una meravigliosa sensazione poterli vedere gioire per una partita e sorridere per una merendina regalata, sono piccole cose che danno spessore e sostanza alla nostra trasferta. Dopo poco ripartiamo per Beirut ma prima di tornare all’aeroporto ci fermiamo all’interno di una base militare per una veloce cena. All’una partiamo con il nostro aereo di Stato per atterrare a Pratica di Mare alle 3, ora locale. Torniamo a casa sfiancati da due giornate massacranti, intense e memorabili che hanno lasciato dei ricordi indelebili nelle nostre menti e nei nostri cuori. Bruno Sclavo