L’arbitro deve avere sempre un atteggiamento deciso nei confronti dei calciatori, per evitare di perdere autorevolezza in ogni decisione. Se ne è discusso nella prima riunione tecnica obbligatoria riservata a tutti gli appartenenti all’OTS, OTR ed OTN di Roma 1 e che ha visto protagonisti Daniele Doveri e Luca D’Aquino.
Un’accoppiata inedita, come ha spiegato nel consueto saluto il presidente Roberto Bonardo, che ha messo insieme sul tavolo dei relatori l’arbitro di serie A, Daniele Doveri con il collega Luca D’Aquino, componente del Consiglio Direttivo che ha debuttato in questa stagione agonistica in CAN D. Tanto che lo stesso Doveri ha tenuto a precisare “non sarà Luca a fare da spalla a me, bensì il contrario”. Ed è stato proprio Luca D’Aquino ad iniziare la riunione, prendendo spunto dalla semifinale di Coppa Italia di eccellenza, da lui diretta nella stagione 2012/2013, tra Monterotondo Lupa e Colleferro. “Quella è stata una gara di 94 minuti molto intesa”, ha ricordato D’Aquino, “dove si è verificato un episodio che, dopo circa 20 minuti, ha innalzato la difficoltà della gara. Quella semifinale ci offre lo spunto per capire come ci si deve preparare. Semifinali e finali sono giocate più sulla tattica.
Di fronte a questo tipo di appuntamenti un arbitro può avvertire tensione. Io cerco invece di arrivare all’incontro con la massima serenità. Durante la gara non bisogna mai farsi trovare insicuri e sempre concentrati. Quando bisogna prendere un provvedimento disciplinare importante, come il cartellino rosso, non bisogna perdere tempo nella decisione”. Daniele Doveri ha aggiunto che nella carriera di ogni arbitro, ad ogni livello “ci sono partite che senti particolarmente. Più partite dirigi e più impari a gestire quei “fiori” che hai nello stomaco. C’è dunque una componente emotiva importante”. Per questo Doveri ha ricordato a tutti i colleghi di assumere sempre un atteggiamento deciso e fermo. “Che cosa facciamo quando ci ritroviamo 5/10 giocatori addosso?”, ha proseguito Doveri, “In questi casi è opportuno puntare con lo sguardo un giocatore e parlare con lui. A quel punto gli altri si defileranno.
Se poi il giocatore individuato non è collaborativo allora dovrà essere estratto il cartellino giallo. In ogni caso nessuno deve entrare nel vostro spazio. Bisogna mettersi a distanza e parlare. Mai arretrare. Quando invece si deve richiamare un allenatore, questo deve avvenire a debita distanza, 15 metri circa. Bisogna invece evitare di entrare nell’area tecnica”. La riunione si è conclusa con l’analisi di alcuni episodi di fuorigioco, che hanno caratterizzato recenti gare di Champions League e del campionato di Serie D. Il presidente Roberto Bonardo ha annunciato la visita, in una delle prossime riunioni, del commissario della CAN PRO, Roberto Rosetti. Antonio Ranalli