“La missione dell’arbitro è la difesa del calcio dal gioco violento.” Su questi temi – citando il commissario Can Pro Rosetti – si è svolta la consueta riunione tecnica che ha avuto come ospite Sergio Coppetelli. Componente del Settore Tecnico AIA – Area Formazione: Modulo Perfezionamento tecnico e valutazione tecnica. Dopo il saluto del Presidente Roberto Bonardo, che ha sottolineato la lunga amicizia con l’ex Vice Presidente CRA Lazio, Coppetelli ha condiviso con i presenti il proprio legame con la sezione romana: “A Roma 1 mi sono sempre sentito a casa, ho sempre avuto amicizie profonde, che tuttora sono rimaste tali”.
Oggi Il settore tecnico è diventato una struttura importante, che negli anni si è migliorata con segnali importanti all’esterno e all’interno. Ciò è frutto dell’evoluzione dell’arbitraggio che “non è più quello di prima. Bisogna adeguarsi ai tempi. Oggi non si va semplicemente a dirigere una gara, è necessario l’approccio corretto”. Per andare in campo non è necessario solo essere preparati atleticamente e conoscere il regolamento, ma bisogna essere preparati mentalmente e avere equilibrio. La libertà con cui l’arbitro deve scendere in campo è condizione basilare per affrontare al meglio gli eventi che si pongono sul nostro cammino. “La libertà non è un concetto astratto che presuppone il poter fare quello che si vuole, quando si vuole e come si vuole. La libertà vera è quella che non guarda in faccia a nessuno e pretende una sola cosa: la responsabilità. Essere responsabili significa essere uomini”.
L’approccio alla gara è composto da diversi elementi, ma non rappresenta solo un momento preliminare alla gara, è durante il suo svolgimento che l’arbitro deve approcciarsi alle diverse situazioni di gioco, sia dal punto di vista tecnico che comportamentale: “Le squadre scendono in campo caricate da interessi, dipende dalla categoria. L’arbitro deve dunque far trasparire serenità dalla sua presenza.” Presenza, per Coppetelli, vuol dire “vicinanza visiva dal pallone, condizione per determinare la giusta decisione”. Approccio al gioco è anche scegliere la posizione migliore per valutare, ad esempio, la simulazione e la condotta gravemente sleale. Con l’ausilio di alcuni filmati, Coppetelli ha voluto rendere partecipe i giovani arbitri sull’immediatezza della decisione tecnica e disciplinare: “Dovete essere abili nel controllare la postura dei calciatori, e con la posizione migliore si può approfittare del momento clou per prendere la decisione corretta. Le partite non sono tutte uguali.”
Secondo Coppetelli l’arbitraggio si vive non solo “socialmente” ma anche “intimamente” e offre la possibilità di avere una grande consapevolezza di se stessi, dei propri punti di forza e limiti, ma al tempo stesso sprona a migliorare e a portare avanti un percorso di formazione necessario per essere pronti agli eventi che bisogna affrontare quando si scende in campo. Fondamentale quindi è la preparazione mentale della gara. “Bisogna essere sereni, pronti e consequenziali”, perchè “il saggio pensa, l’arbitro no. Deve per forza decidere in un istante. Solo così diventa punto di riferimento e di credibilità”. Nunzio Grasso