“Colpire volontariamente il pallone con le mani ma senza interrompere una promettente azione d’attacco, non comporta più ammonizione al giocatore colpevole ma solo calcio di punizione diretto” . E’ stata dedicata al fallo di mano e alla trattazione del DOGSO la prima Riunione tecnica di calcio a 11 del 2017 di Roma 1. Relatore dell’incontro, che si è tenuto lunedì 9 gennaio, è stato Andrea Sorrentino, componente del Settore Tecnico dell’AIA “Modulo perfezionamento tecnico e valutazione tecnica”. Con l’ausilio di alcuni video Sorrentino ha ripreso e approfondito alla platea alcune delle novità introdotte a inizio stagione dalla circolare 1. La prima parte dell’appuntamento è stato dedicato al fallo di mano. “Il calciatore”, ha ricordato Sorrentino, “verrà, ora, ammonito se commette un fallo di mano per interferire o interrompere una promettente azione d’attacco avversaria”, ricordando quindi di tenere bene a mente il concetto di “promising attack” e che, l’obiettivo di questa novità regolamentare è stato quello di portare alla diminuzione di ammonizioni inopportune sul fallo di mano, a fronte di azioni non rilevanti dal punto di vista del gioco offensivo. Infine, spazio al DOGSO, importante concetto introdotto dalla Circolare n. 1, che sta per “Denying an obvious goal-scoring opportunity”, ovvero negare l’evidente opportunità di segnare una rete. Come ha ricordato Andrea Sorrentino dalla Circolare si evince che se a un calciatore all’interno dell’area di rigore avversaria viene negata l’evidente opportunità di segnare una rete, l’autore del fallo non dovrà essere espulso se l’arbitro percepisce che lo stesso ha tentato di intervenire sul pallone in maniera “genuina”. In questo caso il provvedimento disciplinare sarà l’ammonizione. Non cambia invece nulla rispetto alla scorsa stagione se il fallo è stato commesso fuori area o se il difendente, nel commettere il fallo, si disinteressa dal pallone e trattiene, spinge o tira un avversario. Antonio Ranalli
